Beh, anche il software ha un costo di produzione, che a ben vedere è anche più rischioso di quello dell'hardware (perché il costo del software, essendo un costo di sviluppo, è tutto anticipato e non dipende dai volumi di produzione - tranne che per eventuali licenze di terze parti).
Ad esempio, voler migliorare la gestione del cambio pagina in PDF potrebbe richiedere uno sforzo notevole.
Ma sicuramente sarebbero possibili correzioni con impatto di costo marginale, tuttavia in grado di migliorare sensibilmente la fruibilità del prodotto e quindi la percezione che ne avrebbe il mercato.
Procedo con alcuni esempi a titolo indicativo e non esaustivo, in ordine sparso, senza pretese di sistematicità:
- è presumibile che aggiungere un dizionario monolingua differenziato per mercato di destinazione o dare la possibilità all'utente di farlo in prima persona costituisca un costo trascurabile rispetto al firmware attuale (poi magari è complicatissimo, non conosco queste architetture e quanto a programmazione sono fermo al C e al FORTRAN 77
) - miglioramento segnalato importante dalla quasi totalità degli utenti effettivi o potenziali, anche di quelli che si dichiarano soddisfatti; - se fornisci un pennino con tanto di gancio, vorrai da qualche parte fornire una sede di alloggiamento? Mi pare che i PRS precedenti lo avessero. Va bene, ti è sfuggita o hai sottovalutato la cosa col T1 (non è neppure una manovra commerciale per far comprare la custodia originale, perché anche quella è priva di alloggiamento
), potresti rimediare col PRS-T2: invece, nulla; - molti utenti (non sono tra quelli) prediligono i tasti laterali, possibilmente su entrambi i lati: perché non accontentarli? D'accordo, c'è un costo per il nuovo design e per il riposizionamento dei componenti interni, immagino, ma non dovrebbe essere spaventoso (soprattutto per Sony, che non è un piccolo artigiano che lavora in cantina). Avresti una gamma di lettori comunque parenti stretti (con conseguenti economie di scala e di esperienza) in grado però di attrarre un maggior numero di potenziali clienti. Invece no, scelgono di ridisegnare comunque la scocca (con i costi conseguenti), mantenendo pregi e difetti della versione precedente (quindi gli stessi clienti potenziali: ma tra quelli che hanno comprato il T1 pochissimi passeranno al T2 che è quasi identico).
Non è corretto esprimere giudizi definitivi sulla base di impressioni tutto sommato superficiali e personali. Però è un fatto che esse sono un fattore non trascurabile di qualsiasi mercato.
Ora, la mia impressione di
questa sera è che semplicemente Sony ignori il riscontro degli acquirenti effettivi o potenziali e i loro "desiderata": noi siamo i costruttori, questo è il prodotto, se ti piace bene, altrimenti è così lo stesso. Non ho avuto a che fare direttamente con l'assistenza Sony (nel caso del mio acquisto è andato tutto bene e il mio T1 funziona benone, non c'è che dire), ma non è che ne abbia letto un gran bene. Forse anche questo elemento è parte dello stesso atteggiamento nei confronti del mercato: una comunicazione, cioè, piuttosto unidirezionale.
Non è detto che questo sia necessariamente un limite in tutto il mondo: le culture commerciali possono essere molto diverse da continente a continente, da popolo a popolo. Sembra però una scelta più adatta ad aziende che mirano a collocarsi su prodotti di fascia bassa e nel mondo dei lettori mi pare che ci sia già un certo affollamento su questo gradino (fornitori di contenuti in prima linea). È questo che mi lascia perplesso.